Viaggio nei suoni dell’India. All’ascolto del paesaggio sonoro indiano

Questo post è il primo di una serie creati per accompagnare il lettore curioso in un viaggio uditivo attraverso l’incredibile diversità sonora di questo paese straordinario.

L’India è un luogo dove ogni suono racconta una storia, ogni nota rimanda a una tradizione o a una innovazione, e ogni silenzio cela un mistero.

Una importante premessa: quando un viaggiatore esplora i luoghi, tende a immortalare frammenti di ciò che percepisce usando fondamentalmente il canale visivo. Centinaia, migliaia di foto scattate con il cellulare o con macchine fotografiche.

I suoni, elementi fondamentali nel determinare il paesaggio e l’identità dei luoghi, generalmente non diventano il focus dell’attenzione del turista o del viaggiatore ma rimangono sullo sfondo, come ombre che danzano sul muro al tramonto, presenti ma spesso trascurati.

Da anni ho scelto di dare più importanza alla memoria dei suoni rispetto alle immagini; quando gli altri scattano foto su foto, io estraggo il mio registratore audio (o il cellulare quando non ho con me il mitico zoom recorder H6) e registro i suoni.

Scatto pochissime foto, utili solo a ricordare il luogo nel quale questi suoni sono stati ascoltati e catturati.

Quante volte mi sono trovato a registrare situazioni sonore interessanti, dove l’aspetto visivo non era quello principale (ad esempio, devoti che cantano mantra o suonano strumenti) e intorno a me tutti scattavano foto (e qualcuno video) ed ero l’unico a registrare i suoni. Segno dei tempi: io la chiamo, con leggera ironia, la dittatura del visivo. Potrei anche dire: l’ascolto, il senso dimenticato.

Per me, suonatore e insegnante di gong e di suonoterapia, prestare orecchio alle voci del mondo anziché limitarmi a osservarlo è una necessità fondamentale, un requisito essenziale, un approccio ineludibile.

Per un sound healer, ascoltare va oltre la percezione uditiva, diventando un modo per connettersi con l’essenza di un luogo attraverso le sue vibrazioni. In un mondo focalizzato sull’immagine e sulla frenesia delle fotografie, registrare i suoni diventa un atto di ribellione contro il superficiale, invitando a un’immersione totale nell’esperienza presente. Tale pratica permette di catturare non solo le melodie esplicite, ma anche i sottili sussurri e gli echi lontani che definiscono l’unicità di un ambiente.

Ecco così un breve resoconto di un viaggio in India, tra Delhi, Varanasi e Goa, una piccola fetta dello sterminato universo indiano ma già carico di sonorità vibranti, evocative e profondamente radicate, che tessono una trama sonora tanto variegata quanto l’essenza stessa del paese.

Foto di Roberta Bottari, straordinaria compagna d’avventure ed esplorazioni soniche e non solo