Siamo immersi nel tempo. Presente, passato e futuro sono coordinate nelle quali ci muoviamo. O forse, illudendoci, crediamo di muoverci in quanto, in realtà, viviamo in un eterno presente. Un presente che contiene sia il passato che il futuro.
Eppure il pieno contatto con il presente è purtroppo esperienza rara e fugace. Siamo quasi perennemente immersi in pensieri riguardanti il passato o il futuro e contattiamo poco o nulla l’adesso. E’ come se fuggissimo dall’unico tempo realmente esistente per noi, il presente, per posizionarci in un altrove temporale non connesso con l’esperienza del qui e ora.
Ecco che cadiamo così nella trappola, assillati dal passato e dal futuro, perdendo la connessione con il pienamente presente, con ciò che c’è ora, esattamente in questo momento.
Essere nel presente è dire di sì a ciò che è, è lasciarsi permeare dalla vita nell’istante in cui si presenta.
Il gong, con i suoi suoni e le sue vibrazioni, fornisce un formidabile accompagnamento alla piena sperimentazione dell’adesso, all’entrare in contatto con ciò che è presente ora nel corpo e nella mente.
Nei bagni di gong si assiste frequentemente a una momentanea disidentificazione con la mente razionale, all’uscita da quell’incessante brusio mentale, quel rumore di fondo costante della mente che ci allontana dalla nostra essenza, dalla percezione dell’ incarnazione del momento presente.
Spesso le persone riportano dettagliate descrizioni del loro vissuto durante il bagno di gong , segno questo che il gong ha facilitato l’entrata in una condizione di testimone di sé, di osservatore non giudicante, di un Io che percepisce la propria presenza nel corpo e nella mente, un Io che si disidentifica dal pensiero e si apre a una presenza consapevole.
Il gong aiuta così a vivere nel punto in cui ci si trova ,ad essere radicato in se stessi, a percepire l’esistenza che fluisce proprio ora, in questo preciso istante
I suoni, gli armonici e le vibrazioni del gong stimolano le persone ad abitare il corpo pienamente, a sentirlo in modo articolato e sottile, a volte semplicemente a sentirlo. Aiuta ad attivare una connessione consapevole con l’adesso.
Per alcune persone questo è uno dei pochi momenti in cui si dà questa esperienza di pieno contatto con sé.
Il presente diventa così l’unico orizzonte temporale percepito e vissuto. E sono momenti di grande pregnanza quelli in cui né si cerca, né si respinge , semplicemente si è.
Il rumore di fondo della mente si spegne e si abbraccia il presente in modo incondizionato.
Molte persone raccontano di aver perso il senso del tempo durante il bagno di gong, di essere usciti dalla cornice temporale usuale e di essersi trovati in uno spazio mentale dove il tempo lineare ha cessato di esistere.
“Quanto è durato ?” è una domanda frequente e la reazione alla mia risposta è spesso di incredulità. C’è chi ha vissuto un’ora come fossero pochi minuti, chi come un tempo lunghissimo.
Il tempo “oggettivo”si è sgretolato per lasciare spazio all immersione esperienziale del qui e ora, dove ciò che conta è l’adesso continuo e non il calcolo numerico del tempo che passa.
A volte questo non accade perchè prevale la paura di perdere il controllo e allora si rimane in uno stato di vigilanza consueta e di allerta dove il portato del passato e del futuro nega la possibilità di essere tutt’uno con l’esperienza del momento.
La perdita della dimensione temporale lineare durante la ricezione dei suoni e vibrazioni del gong e l’entrata in una dimensione di pieno presente è uno dei tanti doni che il gong ci fornisce, un dono particolarmente utile in quanto via maestra per contattarci pienamente e sentirci proprio qui, proprio ora.
Fausto Radaelli