Matrimonio e funerale a Varanasi: suoni di metamorfosi e passaggi

A Varanasi, la città dove il sacro Gange accoglie coloro che cercano liberazione dal ciclo di vita, morte e rinascita, ho registrato i suoni di due processioni che serpeggiavano attraverso le strette vie della città vecchia: un matrimonio e un funerale, caratterizzati da sonorità sorprendentemente simili.

Questi eventi, radicati nelle tradizioni induiste, sono momenti cruciali del ciclo esistenziale, celebrati con riti che a Varanasi onorano Shiva e interpretano la morte e l’unione come fasi di metamorfosi interiore.

La musica, in particolare il ritmo, svolge un ruolo fondamentale in entrambe le cerimonie, evocando benedizioni divine e unendo la comunità. Nella processione matrimoniale, ad esempio, è un invito alla comunità a partecipare alla festa. Passanti e residenti locali si fermano spesso per osservare e offrire benedizioni agli sposi. La musica nei cortei matrimoniali nelle strade di Varanasi è un’esuberante fusione di tradizione, comunità, sacralità e celebrazione. In una delle registrazioni che ho catturato c’è anche un piccolo gong !

In entrambe le manifestazioni, matrimonio e funerale, ho osservato che i musicisti guidano il corteo, giocando un ruolo importante nella celebrazione rituale, segnalando il passaggio della processione e catturando così l’attenzione dei passanti.

Le processioni funebri, o Shav Yatras, avanzano verso i ghats per il rito finale di purificazione, accompagnate da una musica che, pur essendo variabile, conserva un ritmo vigoroso simile a quello dei matrimoni.

Le analogie tra i suoni che ho registrato delle due cerimonie enfatizzano il legame indissolubile tra i momenti fondamentali dell’esistenza e il loro significato di transizione e rinnovamento. La musica, in questi contesti, assume un ruolo centrale che unisce la comunità e celebra la continuità della vita e lo spirito di cambiamento.

Nella processione funebre, il dholak scandisce un ritmo serrato, sopra al quale si elevano voci e canti che sfociano quasi in grida, un coro che si mescola a un lamento.

Poi, il mondo sembra sfumare mentre il corteo si dirige verso i ghats, le sacre discese verso il Gange. Qui, nel crepitio purificatore delle fiamme, le spoglie terrene si dissolvono e l’anima, finalmente libera, si avvia verso la liberazione eterna, la moksha.

Testo e registrazioni audio: Fausto Radaelli

Foto: Roberta Bottari